Michele Revellino
Inizia negli anni ‘80 un percorso artistico in una Torino giovanile in fermento, che guardava alle influenze Punk e alla nascente New Wave Inglese. Si confronta artisticamente con le avanguardie, come ad esempio gli Young British Artists e si accomuna alle ideologie e alle opere dei graffitisti americani.
Prendono vita così i collage e acrilici su cartoncino , riutilizzando e dipingendo oggetti recuperati con lo scopo di ricercare un arte ancestrale innata, che possa comunicare su piani sequenziali multipli.
Nascono poi negli anni ‘90 le tele elaborate al computer con l’utilizzo degli smalti industriali del silicone, ai sugheri, per arrivare negli anni 2000 al poliuretano al polistirene alla resine e il riutilizzo degli ink jet, miscelati con ricercata tecnica ai materiali tradizionali della pittura, in una continua aspirazione della rappresentazione emozionale anche attraverso quei materiali sintetici, che sono i testimoni del nostro tempo.
I lavori dei primi anni 2000 sono forse la sintesi di questa ormai lunga sperimentazione e ricerca, o meglio quella che come la definisce l’artista in unica parola “TRASFORMAZIONE” , che l’hanno portato a coniugare un supporto che non è più la carta o la tela, ma il polistirene espanso, quest’ultimo diventa materiale scultoreo tridimensionale lavorato, inciso, bruciato, colorato ad olio e resine, tale in alcuni passaggi, da trasformarlo in qualche cosa di non immediatamente percepibile che dispone nell’osservatore la necessità di toccarlo per capirne la natura e il segreto.
Tutte le opere sono ridefinite dall’artista ”OOPART “ dall’acronimo inglese Out of Place Artifact, acronimo che raggruppa tutti quei manufatti archeologici misteriosi di cui non si riesce a stabilire con certezza la provenienza, la datazione e il significato, che quindi fluttuano nella storia umana e lasciano molte domande ma donano anche alcune risposte insite nella nostra memoria ancestrale .
La trasformazione non si interrompe ma si integra e si dirama, nascono nel 2017 Le serie Light Icons e Symbolic trasparencies sono dei lavori ad olio su cellulosa inglobati in resina, i primi retroilluminati a led autoalimentati. Nel 2019 è il momento della serie Static Video Art riciclando video and devices che trasformati con Olio e Resine assumo nuovi significati, alterando la loro funzione primordiale di oggetti della comunicazione effimera in continuo consumo di immagini in movimento, ora fermi inglobati nella resina come gli insetti, fossili preistorici nell’ambra.
Tutte le Opere definite Oopart sono datate dall’artista B.C. Before Christ un richiamo alle antiche civiltà in un ponte immaginario che, attraverso uno specchio spazio temporale, unisce le differenti culture umane in unico scopo, che dai primordiali uomini delle caverne ad oggi ci proietta senza limiti espressivi al prossimo futuro, lasciando un recondito messaggio alle nuove generazioni…
In alto a destra alla sezione “Le opere” un estratto fotografico di alcuni lavori suddivisi nelle varie serie Oopart Polystyrene, Oopart Symbolic trasparencies, Oopart Static Video Art, Oopart Ligt Icons.
Per approfondimenti l’artista risponde al numero: +39 3356422788